Continuando il discorso iniziato con l’articolo precedente (e che trovi qui), ti riporto qui un commento con le mie considerazioni.
Questa e’ Cinzia:
Io ho un ulteriore problema. Me ne sto rendendo conto ora che sono ferma per un infortunio. Più sto ferma, inattiva o con livelli di attività ridotta, più il mio vortice di pensieri gira veloce, si inclina di più verso il lato depressivo, togliendomi la voglia di fare, la motivazione e rendendomi ancora più inattiva ed incapace di gestire il mio rapporto col cibo, proprio ora che, non muovendomi, avrei bisogno di un’alimentazione più pulita e regolata. In più sono dovuta ritornare in famiglia per essere aiutata nel quotidiano ed ho mia madre che ringhia e mi fa sentire in colpa ad ogni piccolo sgarro. E questo non limita il mio sgarrare, ma produce l’effetto contrario.
Nota una cosa, Cinzia e’ forzatamente ferma, quindi gli impegni si sono, per forza di cose appunto, drasticamente ridotti.
Il vortice dei suoi pensieri invece e’ aumentato.
Sembra un assurdo ma e’ esattamente cosi’ che funziona.
Quel vortice di pensieri rappresenta la nostra mente e se la lasci andare incontrollata, poi la nostra stessa testa prende possesso di tutta la nostra vita, con il suo bel circolo vizioso e il tipico vortice che non ti lascia mai in pace.
Almeno, quando sei effettivamente impegnata, mentre stai effettivamente facendo qualcosa, perlomeno in quei momenti la testa ti lascia in pace.
Ma appena c’e’ un buco tra un impegno e l’altro, ecco che i pensieri iniziano a frullare in testa (e spesso sono sempre gli stessi pensieri, tra l’altro…).
E cosi’ non solo c’e’ il frullatore in testa, inoltre come descrive Cinzia, quel vortice di pensieri si inclina verso il lato depressivo. La nostra testa e’ fatta per proteggerci e (sempre se la lasci fare da sola) guarda solo a quello che potrebbe andare storto.
E se stai tutto il giorno a pensare a ritmi vorticosi a quello che potrebbe andare storto, ti assicuro che ti deprimi e non ti deprimeresti solo tu, si deprimerebbe qualsiasi persona che lo fa, indipendentemente dalla propria personale situazione di vita o di peso.
Poi nota un altro meccanismo descritto da Cinzia, ovvero quello dei sensi di colpa. La madre fa leva sui sensi di colpa pensando di fare bene e di stimolare la figlia.
D’altra parte cosi’ ci hanno insegnato. Nella vita bisogna soffrire e se fai uno sbaglio devi darti addosso a piu’ non posso.
La verita’ e’ che quell’atteggiamento e’ altamente controproducente e la stessa cosa succede alle persone che cercano di far leva da sole sui sensi di colpa, dandosi addosso ad ogni piccolo sgarro.
I sensi di colpa sono controproducenti. Con i sensi di colpa in mente “pareggiamo il conto”, della serie: ho fatto un qualcosa che non avrei dovuto fare ma mi sento in colpa, quindi in fondo non sono cosi’ male come persona. Quello il ragionamento nascosto.
In superficie invece, i sensi di colpa sembrano molto logici, se ci sto male per un qualcosa che “non avrei dovuto fare”, magari la prossima volta ci penso due volte…
La realta’ invece e’ che la volta dopo, se hai usato i sensi di colpa in precedenza, fai peggio di prima perche’ tanto poi ci puoi stare male e compensare. Tutto normale solo che queste cose non te le dice nessuno in modo che si capiscano veramente…
Come fare invece? I sensi di colpa toglili e al loro posto osserva quello che fai SENZA giudicarti.
Hai mangiato cose che non sono il massimo di corsa senza assaporare?
Prendine atto e basta, osservati e basta, senza starti a giudicare, i sensi di colpa li togli cosi’ la volta dopo sai che non puoi sentirti in colpa per compensare.
Se lo fai bene e lo fai sinceramente, vedrai che migliorerai senza dover per forza soffrire.
Ok?
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E’vero, Walter. Prima qualche volta quasi “cercavo” il senso di colpa promettendomi che così il giorno dopo avrei ricominciato a mangiare bene e allora magari mi sfondavo una scatola intera di qualcosa, tanto il giorno dopo iniziavo la dieta.
Ora, dopo aver fatto il corso, ho capito che è molto meglio cercare di fare il meglio di ciò che si può in quel momento da subito, senza giudicarsi. Insomma, risolvere il senso di colpa a priori e non a posteriori. E si vive anche molto più sereni.
Buona sera, anche io provo senso di culpa quando mangio dolce , perche lo mangio quando sono arabiata ,
Non potrei essere più daccordo Walter e come sempre grazie.
E’ vero, quando ho proprio voglia di qualcosa di extra, anche se sinceramente dopo il mini corso capita sempre meno, lo mangio e basta sapendo che sto infrangendo le regole perchè in quel momento non ho veramente fame in realtà. Però lo accetto come un piccolo sgarro, ne sono cosciente, so che non è da fare ma non mi giudico e non mi sento in colpa. Se poi questo piccolo sgarro fa salire un pochino la bilancia, so che me la sono cercata e rimedio, ma con assoluta serenità
Ciao a tutti
Costanza
ciao a tutti , non sò più cosa fare mangio mangio mangio,,,ho perso il controllo dopo una vita a stare attenta al peso , non mi riconosco più, mangio per emozioni sia positive che negative,,,, c’è una me ribelle che non si ferma e non ascolta più l’altra.. che è stanca di sentirsi grassa, senza vitalità…mi sento spenta ! Non sò più cosa fare e questo mi mette paura , paura di non avere più controllo su di me…scusate lo sfogo ma cerco aiuto!
Sabrina
Questo punto di vista è illuminante. Pensavo di non giudicarmi più nel momento in cui smettevo di avere azioni compensatorie dopo un’abbuffata, dicendomi “se non mi ammazzo di attività fisica o se faccio tre giorni a insalata vuol dire che non mi sto punendo per essermi abbuffata” … Che è già qualcosa per carità… Ma in realtà con la testa mi davo comunque addosso, in modo sottile, tipo “ora fai quella che non ci pensa per non tirarti giù ele, ma sotto sotto so che comunque ho lo scotto emotivo ed energetico e questo mi fa dire in effetti che tanto so che comunque la pago e quindi……… Grazie Walter